ANDREA QUINTILI

È stata la mia prima esperienza, non solo di maratona ma anche di metodica di allenamento. Avevo raccolto mille confidenze fatte da chi aveva già corso una maratona e mi sono accorto che in giro c’è troppa improvvisazione, troppe “dritte” date per sentito dire, troppe persone che millantano conoscenze che neanche sanno dove sono di casa. sono rimasto colpito dal fatto che ogni seduta di allenamento era diversa, ognuna con un suo grado di difficoltà certo, ma ognuna prodroma per il passo successivo. Il bello è stato di fare tanti km (ne ho contati circa 750 -metro più, metro meno, compresi i 42 di Verona) mentre ero impegnato a compiere una variazione, una ripetuta, a tenere il ritmo gara piuttosto che dieci secondi in meno piuttosto che in più. Insomma, avevo la sensazione di percorrere chilometri distraendo la testa e questo mi ha aiutato enormemente in gara perché mi ha insegnato a pensare non specificatamente alla fatica che dovevo sostenere, ma ad altro, tenendo la mente reattiva, pronta, Lucida. Inoltre ad ogni allenamento sentivo meno la fatica, più cattiveria sportiva (un mio limite è che corro sul sicuro, ricorrendo poche volte ad un sano agonismo competitivo). Questi allenamenti mi hanno portato ad accettare la sofferenza fisica cercando sempre di spostare in avanti l’asticella, acquisendo un pizzico di grinta in più che mi guasta. Il fatto di aver fatto un lungo di 40 km non mi ha fatto sentire l’ansia del fatidico muro intorno al 37mo km. Anzi, arrivato li ho spinto, ho trovato energie mentali che mi hanno portato a fare gli ultimi km senza soffrire. Inoltre, il fatto di essermi allenato con campioni, nello sport e nella vita, persone umili e al tempo stesso grandi, mi ha stimolato enormemente. Ho avuto modo di conoscere diversi regimi alimentari e toccarne con mano i benefici. Ho corso la maratona senza il fatidico carico di carboidrati, e non ne ho risentito minimamente. Non vedo l’ora di affrontare nuove sfide con gruppo e con il grande Mr Nacci.